home123
Piante velenose
back123

Viburnum

Viburnum lantana L

Famiglia: Caprifogliaceae
Nomi volgari: lantana, entana, peè d’oca.

Morfologia:
arbusto o alberello caducifoglio, da 1 a 5 m di altezza, assai ramificato. I rami giovani sono grigi e tormentosi, quelli più vecchi sono color ocra. I rami terrestri, sono radicanti.
Le foglie sono opposte, ovali, brevemente picciolate, appuntite dentate, la pagina superiore rugosa e verde scuro, più chiara e con fitta pubescenza lanosa la pagina inferiore.
I fiori bianco-crema, sono ermafroditi, riuniti in corimbi terminali 5-10 cm di diametro, portati da piccoli peduncoli grigio-verdi all’ascella di brattee sottili. Il calice è verde a 5 denti, la corolla campanulata, a forma d’imbuto, bianca divisa in 5 punte ovali, i 5 stami hanno filetti bianchi e antere gialle, i germogli sono rosa.
I frutti sono drupe ovali che racchiudono un nocciolo marrone e piatto, a secondo del grado di maturazione variano dal verde, al rosso, al nero.Sono tossici.

Distribuzione – habitat – fioritura:
pianta diffusa nelle regioni calde dell’ovest, del centro e del sud Europa, in Italia è diffusa nelle zone centro settentrionali, vegeta sino a 1.000 m sui pendi rocciosi, al limitare dei boschi caducifogli, tipica delle zone aride e dei suoli magri e ricchi di calcio dove fiorisce tra aprile e maggio.

Proprietà ed usi:
il Viburnum lantana è un importante rimedio gemmoterapico dell’asma allergica è in grado di esercitare un’azione calmante sul sistema neurovegetativo polmonare e di inibire gli spasmi bronchiali e per ciò è in grado poi di ristabilire la normale funzione respiratoria. L’infusione di infiorescenze è antinfiammatoria, l’infusione di foglie e ramoscelli giovani, serve a preparare compresse da applicare su duroni, ulcere e foruncoli delle gambe. Utile anche per rinforzare le gengive e contro le piccole emorragie.
I getti giovanili, molto flessibili, venivano un tempo utilizzati al posto del salice, sia come legacci che per intrecciare cesti.

_____________________________________________________________________________________________

 

Viburnum opulus L.

Nome volgare: Palla di neve, Pallone di Maggio, Oppiono, Oppio, Sambuco acquatico.

Forma biologica: P. Caesp. terofite cespitose. Piante annue che formano ciuffi serrati,normalmente con più steli fiorali.

Descrizione : arbusto alto 2-4 metri, molto longevo, con corteccia bruno grigiastra a grandi lenticelle, con fenditure in lunghezza, con rami giovani angolosi, glabri e lucidi.
Foglie opposte con stipole, a lamina lobata irregolare a 3-5 lobi con margine sinuato-dentato di colore verde,leggermente pubescente nella parte inferiore.
Picciolo lungo 2-3 cm. con 2 piccolissime ghiandole all’inserzione della lamina.
Le infiorescenze, in corimbi peduncolati ombrelliformi di 8-12 cm. di diametro, posti all’estremità dei rami, sono formate da un anello di fiori periferici, bianchi, sterili molto appariscenti, i che attirano gli insetti pronubi per poi impollinare i fiori fertili raggruppati all’interno del corimbo, di un color bianco crema.
I frutti sono drupe sferiche di ca. 6-8 mm. di un bel rosso brillante a maturità, contenente un solo seme.

Antesi: maggio con prolungamento a luglio.

Tipo corologico: Eurasiatica.

Distribuzione in Italia: Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia -Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Basilicata.

Habitat: cresce spontaneamente nei boschi igrofili, in zone umide dei sottoboschi e delle pinete areate, sia in pianura che in montagna fino a 1200 metri ca., predilige suoli calcari, ricchi di sali minerali.

Note di sistematica: nei parchi e nei giardini è coltivata una varietà: Viburnum opulus L. var: sterile D.C., i cui fiori sono tutti grandi e sterili.
______________________________________________________

Etimologia: Viburnum dal latino”vincio“: legare, unire, probabile allusione alla flessibilità ed all’uso dei rami di alcune specie.
opulus si riferisce all’Acero campestre ( Acer opulifolium Chaix) per analogia con le sue foglie.

Proprietà ed utilizzi: Recentemente l’omeopatia utilizza la corteccia quale impiego negli stati nervosi, nell’alleviare spasmi, crampi e coliche in genere. E’ considerata anche un buon rimedio contro ogni tensione muscolare. Da alcuni indigeni del Nord America veniva usata per combattere dolori in tutto il corpo e per sfiammare linfonodi ed orecchioni.
Pur essendo utilizzata a scopi medicinali, la corteccia contiene molte saponine, tra cui la viburnina, un olio essenziale ricco in composti acidi, triterpeni e catecolo, principi attivi molto velenosi.
Anche i frutti, con il loro invitante color rosso e che rimangono a lungo sulla pianta perchè gli uccelli non se ne cibano, possono essere un richiamo irresistibile per i bambini, sono altrettanto pericolosi per la loro tossicità.